La scatola di biscotti
In una stazione ferroviaria una ragazza stava aspettando il treno, che era in ritardo. Aveva comprato un libro per ammazzare il tempo, e anche un pacchetto di biscotti per sgranocchiare qualcosa.
Si sedette nella sala d'attesa piuttosto affollata: accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale.
Quando cominciò a prend...ere il primo biscotto incredibilmente anche l'uomo ne prese uno!
Si sentì indignata, ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra sé pensò:
"Ma tu guarda che maleducato! Se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già detto quel che si merita!"
Così, ogni volta che lei prendeva un biscotto, anche l'uomo faceva altrettanto, fino a che rimase un solo biscotto.
"Adesso voglio proprio vedere se si mangia anche l'ultimo!" - pensò.
Invece l'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà.
"Ah! Questo è troppo!" - Sbottò. E sbuffando indignata prese il libro e la sua borsa e si incamminò verso l'uscita. Per sbollire la rabbia camminò lungo i binari sperando di evitare altri spiacevoli incontri. Fece per riporre il libro, ma, nell'aprire la borsa, vide il pacchetto di biscotti ancora tutto intero!
Alzò gli occhi e, sul treno che stava partendo, vide il signore della sala d'aspetto che le sorrideva dal finestrino...
Sentì tanta vergogna e capì che il pacchetto di biscotti, uguale al suo, era di quell'uomo seduto accanto a lei, che però aveva diviso i suoi biscotti in silenzio, senza sentirsi indignato, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio.
MORALE: Quante volte nella vita ci aspettiamo qualcosa da qualcuno senza renderci conto che siamo noi a dover cominciare a dare ?
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Cammino partigiano Scalaro - Traversella
CAMMINO PARTIGIANO Scalaro - Traversella 11 settembre 2011
"Nella vita talvolta è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza" Sandro Pertini, Partigiano.
OTTOBRE 1944: La liberazione di Firenze e Roma sembra rendere vicina la fine della lotta, ma l'autunno vede un rallentamento dell'offensiva alleata che permette ai tedeschi di organizzare azioni di rastrellamento.
Obbiettivo della massiccia e violenta azione del 14 e 15 ottobre, condotta da truppe tedesche e traditori russi inquadrati nella Wermacht, sembra quindi essere stato, oltre alla volontà di colpire le formazioni partigiane della valle, quello di bloccare i rifornimenti alle formazioni Matteotti della Val Soana. L'operazione in Valchiusella è preceduta, la sera del 13 ottobre, da un attacco ai garibaldini insediati nella zona di Quincinetto: dopo un violento scontro a fuoco i partigiani ripiegano:
"di li' ci siamo ritirati su Scalaro e con la maggior parte abbiamo proseguito verso il colle del Gallo per la Valchiusella. A venti metri dal colle ci siamo schierati in assetto di guerra. All'alba i tedeschi sono venuti su in ordine sparso. Noi li abbiamo lasciati venire a tiro e ne abbiamo colpiti cinque. Loro hanno cessato il fuoco e noi abbiamo attraversato il colle e giù di corsa verso Traversella.... abbiamo proseguito per Chiara, non per la strada ma nei dirupi tra i boschi. con me avevo 60 uomini. Essendo pratico della zona cercavo di farli passare al sicuro risalendo la china che porta alle montagne di Inverso e Trausella. Intanto è venuta sera ed io guardavo giù in basso Traversella, tutta un bagliore di fiamme.. nella notte siamo scesi ad Inverso ed abbiamo guadato il Chiusella e raggiunto i laghi di Meugliano... di li abbiamo proseguito per la miniera di Brosso". (Testimonianza di Marino Chiolino "Barolo", vicecomandante della 183° Garibaldi,ANPI Ivrea).
Sopra Scalaro i tedeschi fanno irruzione in una baita dove vengono sorpresi nove garibaldini del distaccamento Caralli. Otto sono catturati e saranno fucilati due giorni dopo a Traversella, mentre uno, "Ridolini" riesce a fuggire verso la Valchiusella:
"sono riuscito a scappare ma mi hanno preso al braccio destro....ferito, sono sceso da Scalaro, poi sulla Cavallaria e a Brosso: li' c'era il rastrellamento in pieno e mi sono rifugiato in una baita. E' arrivato Alimiro con quattro-cinque persone e mi hanno portato alle miniere di Brosso" (Testimonianza di Antonio Giannino "Ridolini", di Baio Dora, in Fino, La Resistenza in Valchiusella, 1991).
Il giorno 14 il rastrellamento si sposta in Valchiusella, con un massiccio spiegamento di forze e di armamenti. Negli scontri vengono uccisi: Renzo Garrone "Nello" 18 anni, che, ferito, fugge verso il Chiusella dove viene raggiunto e ucciso da raffiche di mitra, Antonio Arnolo "Vito" 21 anni, Franco Barale "Kim" 22 anni e Luigi Gandolfo "Leo" 19 anni, vengono catturati Mario Garis "Nuccio" 20 anni e Gioacchino Strazza "Alfa" 21 anni, che saranno fucilati a Vico l'indomani. Vengono feriti e catturati "Pietro Campagnoli "Campi" 25 anni, ed il comandante Ennio Martina "Enny", che saranno internati in un campo di concentramento a Bolzano. Enny riuscirà a fuggire, rientrando poi nella brigata Mazzini. La mattina del 15 vengono fucilati altri partigiani portando a 14 il numero delle vittime dell'incursione tedesca. Due vittime sono civili: Augusto Franza 35 anni opeaio di Drusacco e Giovanni Nicolino 72 anni, contadino di Chiara. Nove sono partigiani della 76° Brigata Garibaldi: Giovanni Bredda "Pilachi" 32 anni, Flavio Bresciani "Adele" 20 anni, Salvatore Cerutti "Giulietta" 21 anni, Bartolomeo Clerin "Vento" 21 anni, Delfo Coda "Pirata" 18 anni, Stefano Martinetti "Cento" 23 anni, Gilberto Mosele "Gigetto" 31 anni, Giovanni Zoppo "Gigino" 30 anni, Antonio Favero "Battistin" 20 anni, Ernesto Piccolo 40 anni, Tiberio Dal Pozzolo 17 anni, Vincenzo Nicosia di Lessolo 31 anni.
ANTIFASCISTI SEMPRE
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Come combattere l'evasione fiscale in Italia
Sono 270 miliardi di euro, la cifra a cui ammonta l'evasione fiscale in Italia. Un quinto del prodotto interno lordo ( il 19% del Pil). Un cifra enorme che sicuramente a peggiorare la situazione economica del nostro paese. Tutto questo mentre i governi sono impegnati a fare leggi ad personam o in interessi al di fuori della politica.
Un modo a mio parere per intervenire e cercare di frenare l'evasione fiscale sarebbe quello di intervenire con un decreto legge che dia la possibilità ad ogni consumatore di poter usufruire di uno sconto fiscale (ad esempio il 5% su 21% di iva) ad aprile nella dichiarazione dei redditi su tutti gli scontrini e fatture fiscali ottenuti da acquisti nell'arco dell'anno, magari identificando tutti gli scontrini con il codice fiscale come già avviene con l'acquisto dei farmaci.
In questo modo l'acquirente incentivato nel richiedere lo scontrino o fattura per poter usufruire di uno sconto fiscale a fine anno, interverrebbe direttamente sul problema dell'evasione, mentre le casse dello stato godrebbero di entrate che normalmente andrebbero perse.
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